"L'arte è un viaggio esplorativo volto a scoprire ed a interpretare se stessi e la realtà, ma arte è anche investimento."
Questa nuova Collector's view presenta la dinamica collezione di Fabio Agovino, consulente finanziario che è riuscito a realizzare il suo sogno di unire arte ed economia, le sue due più grandi passioni. Energico e al passo con i tempi come la sua collezione d'arte moderna e contemporanea, che condivisa con il pubblico porta a riflettere sulla contemporaneità ed a interrogarsi sul futuro.
Com’è nata la sua passione per l’arte?
Da una ricerca di senso. L’arte per me rappresenta un viaggio alla ricerca di risposte sul senso della vita, senza pretese di esaustività, quanto piuttosto di aperture verso orizzonti sempre diversi.
Come e quando ha iniziato a collezionare? Come vive il suo ruolo da collezionista?
La prima opera che ho acquistato è stato un Paesaggio anemico di Mario Schifano del 1970. Da quel giorno non ho più smesso, ho cominciato a frequentare le gallerie, i musei e le fiere in giro per il mondo e ho avuto modo di approfondire le mie conoscenze nel campo dell’arte. Dal moderno sono così passato a collezionare il contemporaneo, dirigendo il mio sguardo sul presente. Negli anni ho scoperto che ciò che mi interessava non era il “possedere” l’opera, ma approfondirne la conoscenza e ho iniziato a frequentare gli artisti e le artiste che collezionavo, trovando modalità differenti di supportare i loro progetti e avendo così la possibilità di condividere la mia passione per l’arte.
Qual è l’idea di base della sua Collezione?
L’arte è per me un percorso di esplorazione volto a scoprire e interpretare me stesso e la realtà. Come le tessere di un puzzle, le mie opere costruiscono insieme significati, li decostruiscono, mettono in discussione il mio modo di interpretarle. E’ questa la mia idea di collezione, una visione che racconta in modo inaspettato qualcosa di me e del mondo, una modalità per affacciarsi sul futuro partendo dal presente.
Finanza e Arte due mondi che si incontrano. Ci racconti il rapporto tra queste due realtà.
Negli ultimi anni arte e finanza sono sempre più in contatto. Importanti società di servizi e consulenza hanno iniziato a dedicare spazio all’analisi del mercato dell’arte, presentando report su aspetti e tendenze globali. L’arte è sempre più vista come uno strumento valido per differenziare gli investimenti e ciò in qualche modo spiega la presenza sempre più costante sul mercato dell’arte di banche e società di consulenza che offrono servizi di art advisory. Dal mio punto di vista, essere collezionista e allo stesso tempo consulente finanziario corona il mio desiderio di unire le mie due passioni, l’arte e l’economia.
Cosa la colpisce di un’opera? Quali sono i criteri che segue durante il processo di acquisto?
L’arte porta visioni inedite sulla contemporaneità, insegnandoci ad avere uno sguardo aperto e a pensare differentemente, a misuraci su ciò che non riusciamo a comprendere a prima vista. Quando scelgo un’opera, non è per il suo medium ma è per i suoi contenuti, per la sua capacità di condurmi verso altre prospettive di lettura della realtà.
Quante opere ha e dove le espone?
La mia collezione è composta da circa duecento opere, tra pittura, installazione, video, scultura e fotografia, che cerco di valorizzare attraverso mostre, cataloghi e progetti culturali. Forte è il desiderio di rendere le opere accessibili ed è per tale ragione che le presto volentieri a musei, istituti culturali ed enti privati.
Il primo e l’ultimo acquisto?
Come ho accennato sopra, la mia prima opera è stata un Paesaggio anemico di Mario Schifano. Di recente ho invece aggiunto alla mia collezione un’opera di Shadi Harouni, acquistata dalla galleria Tiziana Di Caro di Napoli, e un’opera di un’artista più storico, Lewis Stein, acquistata dalla galleria Vin Vin di Vienna.
Un suo acquisto memorabile?
Ogni opera è un momento speciale, soprattutto se legata alla conoscenza diretta dell’artista. Tra quelle che mi hanno più emozionato posso citare Mickeys (2003) di Joyce Pensato. Durante il nostro viaggio di nozze, io e mia moglie Sara abbiamo avuto occasione di incontrare Joyce direttamente nel suo studio di New York, a Brooklyn. E’ stato davvero un incontro memorabile.
Quali sono i progetti futuri per la sua Collezione?
La scorsa primavera la collezione è stata promotrice di diversi progetti, tre mostre esposte in tre spazi diversi della città: Claire Fontaine, Pasquarosa e Marinella Senatore a Villa Pignatelli; Mateusz Choróbski e Namsal Siedlecki alla Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, curate entrambe da Pier Paolo Pancotto; la personale di Antonio della Corte curata da Vincenzo De Rosa a Palazzo Sessa. Per l’estate è in programma la mostra personale di Marco Pio Mucci presso Aquapetra Gallery, galleria nata all’interno del progetto Aquapetra Parco d’Arte nel resort de charme Aquapetra Resort & Spa, con il quale la collezione realizza progetti dal 2018. A settembre invece sarà presentato il catalogo di Gabriella Ciancimino in collaborazione con la Galleria Gilda Lavia, presso la sede della collezione, Palazzo Sessa.
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