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Collector's view: Collezione De Iorio


Arte e medicina, passioni e mondi che si incontrano nella vita di Mauro De Iorio, collezionista veronese che in questa intervista della rubrica "Collector's view" ci racconta di come ha costruito con il tempo la sua collezione e del suo interesse per l'arte contemporanea, come traccia del nostro quotidiano.


Mauro De Iorio, courtesy of Collezione De Iorio
Quando ha iniziato a collezionare arte? In che modo e perché ha iniziato?

Ho iniziato a collezionare circa nel 2002, avevo voglia di coltivare una nuova passione dopo anni di intenso lavoro con poco tempo libero. Così ho cominciato a frequentare fiere e gallerie d’arte contemporanea, prima spinto da curiosità poi da un crescente desiderio di conoscenza che è sfociato in un’autentica passione.


Qual è l’idea di base della sua Collezione?

L'idea alla base è la passione, che è la ragione per cui acquisto le opere. La collezione è composta da circa 600 pezzi di arte contemporanea: vi è un nucleo di opere più storicizzate, come quelle di Carla Accardi, Gianfranco Baruchello, Gina Pane, Sol LeWitt e Ettore Spalletti, ma la sua componente principale è legata ai giovani, emergenti e non, come Nicolas Party, Petrit Halilaj, Louis Fratino, Andra Ursuta, etc

Carla Accardi, Quattro trapezi verdi; 1978; sicofoil su telai in legno dipinto; 70×50×20cm
Perché la scelta dell'arte contemporanea?

Trovo sia più stimolante la contemporaneità, ritrovare nelle opere le problematiche odierne, uno sguardo sui tempi che viviamo.


Su che base decide di acquistare un’opera? Quali sono i criteri?

Il criterio è sempre l’interesse che ho per quella particolare opera e per l’artista. In genere acquisto opere verso le quali mi sento fortemente attratto e fin da subito cerco di capire quali sono i motivi consci e inconsci di questa attrazione. Poi studio rapidamente il percorso artistico dell’autore e valuto se l’opera in questione è coerente con la sua poetica. Quindi metto sulla bilancia le emozioni e gli aspetti di analisi razionale e decido.


Quante opere avete e dove le esponete?

La collezione è composta da circa 600 opere, sono esposte nelle mie case, nei miei centri diagnostici e nei due spazi espositivi a Trento: uno attiguo al centro medico e l’altro in un palazzo del 700 in centro storico. Ne sto aprendo un terzo, a Verona, in uno spazio ricavato da una vecchia falegnameria degli anni 30 che ho ristrutturato: anche questo sarà collegato all’attiguo centro diagnostico di nuova costruzione.


Il primo e l’ultimo acquisto?

Il primo non lo ricordo con esattezza, uno dei primi è l’Orfeo di Giulio Paolini. L’ultimo è un dipinto di Tomoo Gokita.


Un vostro acquisto memorabile?

Nel 2011 ho comprato da Isabella Bortolozzi l’opera UNTITLED (A-Z WITHOUT J) - W di Dahn Vo, un’opera di cartone rivestito in foglia d’oro, acquistata per meno di 20.000 euro. Alcuni anni dopo un’opera della stessa serie è finita in asta ed è stata venduta a 600.000 euro. Naturalmente non l’ho venduta nonostante le richieste: stava troppo bene sopra il divano!



Danh Vo, UNTITLED (A-Z WITHOUT J) - W; 2011; Foglia d'oro; cartone; 156×88×2 cm
Quali sono i progetti futuri per la sua Collezione?

Il nuovo spazio espositivo sarà il punto di partenza per una serie di attività legate alla collezione e al territorio, per ora in fase progettuale.


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