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ReA! Flashback Friday with Damiano Fasso

Updated: Jun 18, 2023


l’arte permette di mostrare la realtà da punti di vista inediti





Hai partecipato alla prima edizione di ReAfair nel 2020, come sono stati i successivi anni per te fino ad oggi?


Gli anni dopo ReAfair 2020 si sono rivelati ricchi di sorprese e di eventi: ad esempio, nel 2022 ho esposto a Roma Arte in Nuvola e ho partecipato al Videoinsight Prize, ricevendo una menzione dalla Fondazione per la mia opera video “Diaphàinein”, che è stata acquisita nella loro prestigiosa collezione permanente.



C’è un progetto artistico di cui conservi un ricordo particolare nel tuo percorso?


Nel 2021 ho avuto la possibilità di esporre al Museo di Arte Orientale di Venezia, ed ho progettato un’opera site-specific: una videoinstallazione, “Inori” da proiettare contro un abito tradizionale giapponese, un mizugoromo, che ho realizzato per l'evento. L’opera è stata presentata al pubblico in occasione della Giornata del Contemporaneo ed è rimasta poi in esposizione riscuotendo grande successo. Esporre in un museo di rilevanza internazionale, e confrontarmi con le collezioni storiche contenute al suo interno è stata una esperienza splendida.



Veduta dell'esposizione Arte in Nuvola, Roma, 2022.



Quali sono i temi su cui ti stai concentrando in questo momento? E quali media impieghi per veicolarli?


I temi su cui lavoro sono quelli del confronto con la società e con le sue problematiche, che ho sempre affrontato attraverso un ampio spettro di media artistici: dalla pittura alla videoarte, alla fotografia, al disegno, alle installazioni; ora ho ampliato questo repertorio aggiungendo anche gli NFT. Faccio sempre riferimento alla cultura visiva pop per evidenziarne le incongruenze, attraverso materiali inusuali o messaggi ambigui contenuti nelle opere. Gli NFT sono un ulteriore sviluppo di questo lavoro: mi permettono infatti di fondere la tradizionale pittura con il medium digitale, il sonoro e l’animazione.



Potresti descrivere il tuo processo di lavoro e creazione, in riferimento proprio ai temi cui hai accennato?


Utilizzo quelli che sono i canoni estetici della società di massa, iperconsumistica, iperpubblicitaria, accattivante, a cui piace il luccicante e il patinato e a cui tutto appare come in un videogioco, e poi li destrutturo. Ne rivelo il “lato oscuro” attraverso quadri che in realtà sono fatti di veleni, che diventano trasparenti, creati con materie plastiche, glitter o polvere da sparo; o ancora, attraverso foto con scritte lampeggianti che in realtà parlano della guerra o della devastazione ecologica; video che trasmettono musica elettronica e scritte in giapponese crude, nelle mie light boxes fotografiche dei robot si suicidano in mezzo agli iPhone o ai sex toys.

Il mio lavoro evidenzia proprio il caos e le contraddizioni in cui noi stessi siamo sospesi.



Secondo te, quindi, cosa l'artista e l’arte sono in grado di mostrare alla società?


Pare scontato dirlo, ma senza arte la società è morta; questo perché l’arte permette di mostrare la realtà da punti di vista inediti e sempre nuovi: l’artista riesce a intuire ciò che già è nell’aria e precorrere i tempi, mostrando interpretazioni e letture del mondo che permettono di comprendere ciò che accade intorno a noi. Non è un caso che di molte opere d’arte si sia detto, a posteriori, che sono state “profetiche” o che hanno saputo interpretare perfettamente la loro epoca.



Damiano Fasso, (a sinistra) Life is a videogame, 2022 e (a destra) As the years go by, 2022.



Quali reazioni hai notato nel pubblico rispetto alle tue opere?


Si tratta di opere non facili da comprendere e accettare, da un lato perché contengono messaggi ambigui che spiazzano lo spettatore, dall’altro perché sono eterogenee. Il mio lavoro rimane difficilmente classificabile in precise categorie artistiche, dato che sembro passare indifferentemente dalla pittura al video, agli NFT ecc.



Tu, personalmente, con che parole descriveresti il tuo lavoro?


Lo definirei come un lavoro che si colloca volutamente a margine del mondo dell’arte, una sorta di “finto pop”.



REA QUESTION

Secondo la tua esperienza, quali sono i giusti ingredienti per una ricerca artistica sempre capace di rinnovarsi e crescere?


Premetto che non credo che esista una formula magica valida per tutti, anche perché la crescita è naturalmente connaturata all’essere umano, e dunque ogni artista che sia davvero tale cresce già spontaneamente con la sua ricerca nel corso degli anni. Detto questo, secondo me sono fondamentali la voglia di mettersi in gioco e di sperimentare, e la curiosità: chi è curioso del mondo, chi si informa e si aggiorna (sulle novità dell’arte e della tecnologia, ma anche sulla storia e sull’attualità) saprà sempre crescere e rinnovarsi.


L'artista Damiano Fasso nel suo studio.




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