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ReA! Flashback Friday with Ilaz

Updated: Jun 18, 2023


Ilaz


Quello che personalmente mi entusiasma è quando lavoro con galleristi, curatori, mecenati etc. che percepiscono la mia visione, che si entusiasmano più di me all’idea di creare una mostra, un progetto o altro.








Hai esposto con ReA! In occasione della prima edizione di ReA!fair nel 2020, ci racconti come è andato il tuo percorso artistico da quell’esperienza fino ad adesso?


Dopo la mia partecipazione a Rea ho realizzato moltissimi progetti e ne sono molto felice. Nonostante fosse ancora un periodo complesso in Italia a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, sono riuscita a realizzare un cortometraggio, una video-performance, una mostra site-specific davvero “pazza” in collaborazione con un bravissimo fotografo Pasquale Ettorre. Ho avuto poi occasione di partecipare ad una residenza d’arte a Pantelleria, infine sono riuscita a fare la seconda edizione del festival d’arte Dream, insieme alla straordinaria curatela di Carolina Chiatto, in Basilicata nel mio paese Rivello, con la partecipazione di moltissimi ospiti.



C’è un progetto tra quelli che hai ultimato in questo periodo a cui tieni particolarmente?


La realizzazione del cortometraggio “Terra Mia”.


Ho affrontato un tema a me molto caro, quello delle mie origini.


Volevo raccontare di un sud che per molti versi è ancora arcaico, immerso nelle tradizioni, nella superstizione, nel sacro che si fonde al profano. La ritualità, la preghiera, il mistico sono tutti temi che mi affascinano profondamente, e per “Terra mia” ho studiato in particolare i testi e i documentari di Ernesto De Martino, straordinario antropologo e studioso della storia meridionale. Per l’occasione ho lavorato in un’altra incantevole Chiesa bizantina sconsacrata e ho collaborato con un bravissimo performer Andrea Piccirillo e uno straordinario ballerino Giovanni Di Tizio che ha reinterpretato in chiave contemporanea il ballo della Taranta.



Lo spazio di lavoro di Ilaz, Casa Fantasy.



Che temi ti interessa approfondire nella tua ricerca e pratica artistica? E come ritieni di essere cresciuta sotto questo aspetto nel tempo?


In questo momento mi sto concentrando sul concetto di “TransHumanism”. I temi con i quali continuo la mia ricerca ormai da anni sono: il corpo, gli aspetti controversi che riguardano la sessualità le “identità di genere”, la religione, la mitologia, l’erotismo e la morte.

Credo di essere cresciuta perché ho sperimentato tantissimo. Di sicuro più si va avanti con il proprio percorso e più si conoscono i linguaggi e le “cose che funzionano” di conseguenza bisogna fare attenzione nel salvaguardare sempre la propria libertà creativa.



Quale aspetto del settore artistico ti ha convinto a voler far parte anche tu di questo mondo?


Quello che personalmente mi entusiasma è quando lavoro con galleristi, curatori, mecenati etc. che percepiscono la mia visione, che si entusiasmano più di me all’idea di creare una mostra, un progetto o altro. Voglio lavorare con questo tipo di persone, brillanti, intelligenti e con le quali ci possa essere davvero uno scambio che arricchisca entrambi. (anche di conseguenza economicamente).



Hai un progetto in mente per il prossimo futuro di cui vuoi darci qualche anticipo?


Ho un progetto che mi sta particolarmente a cuore. Il tema sono le creature mitologiche delle drag queen, ma ho voglia di raccontarle con un taglio diverso dai classici reportage. Ci sto lavorando.



Ilaz, Family Portrait, 2022. Acrilico su tela.



Verso quali orizzonti vorresti orientare la sua ricerca artistica nel prossimo futuro?


L’obbiettivo è la sperimentazione con nuovi materiali, continuando anche con il mezzo del video. Mi è piaciuto moltissimo creare la video-installazione “Narciso” per Rea, ed è una strada che vorrei continuare a percorrere.


Adoro manipolare le immagini e dare nuovi significati alla narrazione visiva.




REA QUESTON

Secondo la tua esperienza, quali sono i giusti ingredienti per una ricerca artistica sempre capace di rinnovarsi e crescere?


Quello che funziona per me è studiare, nutrirmi di tutto, cercare, osservare, andare in giro, essere curiosa, viaggiare tantissimo, conoscere le persone, ascoltare le storie e poi lasciarmi ispirare. Ma questo è valido per me, ogni artista ha il suo metodo, la sua storia e il suo percorso. Ognuno ha da dire qualcosa secondo la propria sensibilità e il proprio linguaggio espressivo. Alcuni sono in grado di “reggere al tempo” ai cambiamenti della società ed essere sempre attuali e interessanti altri si spengono.



Ilaz, Boy, 2020. Acrilico su tela.






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